lunedì 13 marzo 2017

"Ho sposato una strega" ("I Married a Witch" 1942), di René Clair, e il Dunhill Nightcap






     1672. Daniele (Cecil Kellaway) e Irene (Veronica Lake), padre e figlia, appartenengono ad una famiglia che ha fatto la  storia della stregoneria. La loro sfortuna è quella di trovarsi tra i puritani di Salem, i quali non esitano a processarli e condannarli al rogo. Sulle loro ceneri, sepolte nella profondità del terreno, viene piantata una quercia, al fine di imprigionare le anime dannate dei due servi del diavolo. Non vincolata a quella prigionia è la maledizione da loro formulata su tutta la discendenza del giudice Wolley, responsabile della loro condanna.
 In una notte tempestosa del 1942, un fulmine colpisce un ramo della grande quercia, spezzandolo e liberando i due fantasmi. Il loro vagare nelle campagne li porta ad un incontro lungamente agognato, ossia Wallace Wolley (Fredric March), discendente del giudice Wolley che 270 anni prima li condannò al rogo.
 Wallace si trova in una posizione particolarmente delicata, oltre che ad essere in procinto di sposarsi con Stella (Susan Hayward), egli è candidato alla carica di Governatore, candidatura che dipende molto dal lavoro di pubbliche relazioni del suocero.
 I due fantasmi, per raggiungere quindi il tanto agognato sogno di distruggere la vita del povero discendente del loro aguzzino, non devono far altro che far saltare il matrimonio, sciogliendo museruola e guinzaglio di quell'arpia di Stella. Come raggiungere lo scopo?
 Daniele, per poter donare un corpo alla figlia, incendia il Pilgrim Hotel, che funge da crogiolo per l'incantesimo. L'edificio è proprio sulla strada percorsa da Wallace, il quale, sotto l'effetto del richiamo magico di Irene, partecipa ai soccorsi salvando la bella. Bella coperta unicamente da una pelliccia.




 Se la foto del salvataggio, pubblicata all'indomani dell'incendio, sarà un colpo di fortuna per il candidato governatore, lo stesso non si potrà dire per il legame assillante che unirà la "vittima" dell'incendio al suo salvatore...




 "Ho sposato una strega" è basato su "The Passionate Witch", opera incompiuta dello scrittore Thorne Smith. Il manoscritto, rinvenuto tra le carte dell'autore, morto improvvisamente nel 1934 per un attacco cardiaco, fu completato da Norman Matson e pubblicato nel 1941. Thorne Smith è stato un famoso scrittore di narrativa fantastica caratterizzata da una notevole dose di ironia e umorismo. Dai romanzi del ciclo di "Topper" sono stati tratti "La via dell'impossibile" (Topper, 1937), con Cary Grant e Constance Bennett, e "Viaggio nell'impossibile" (Topper Takes a Trip, 1938), con Constance Bennett e Roland Young. Entrambi i film sono stati diretti da Norman Z. McLeod.




 "I Married a Witch" è uno dei film prodotti dalla Paramount che hanno contribuito a creare il mito di Veronika Lake, sublime sia nei panni della femme fatale, sia in quelli dell'innamorata impacciata, basta ricordare il bellissimo film "I dimenticati" (Sullivan's Travels, 1941), dove recita con Joel McCrea ed esibisce quell'indimenticabile Peekaboo bang, l'onda dorata che le accarezzava il lato destro del viso, coprendole l'occhio e donandole un'aura di mistero e sensualità. Ultimamente quella pettinatura è ritornata di moda, l'abbiamo potuta ammirare su molte star come Jennifer Lopez, Reese Witherspoon, Naomi Watts e Jessica Alba, ma all'epoca il Peekaboo bang diventò una vera epidemia, come ironizzato anche nel film "Frutto proibito" (The Major and the Minor, 1942).


Manifestazione del Morbo Lake in "Frutto proibito" (The Major and the Minor, 1942)

 Fredric March interpreta benissimo l'uomo bonaccione e impaccitao trascinato dagli eventi e dalle altrui passioni, mostrando ancora una volta di riuscire perfettamente a interpretare ruoli ben distanti da quelli più impegnati e drammatici. Al successo del film contribuirono anche Robert Benchley e Cecil Kellaway, personaggi in antitesi tra loro, ma uniti dal desiderio di contrastare i danni provocati da Irene, l'uno per salvare Wallace, l'altro per farlo sprofondare all'inferno. Tutti saranno comunque trascinati sulla scia degli eventi generati dall'impeto di quella biondina.




 A molti, questa storia potrà ricordare un altro film... Infatti, nel 1980, Castellano e Pipolo gireranno "Mia Moglie è una strega", con il sempre divertentissimo Renato Pozzetto e con la magnifica Eleonora Giorgi, che sfoggerà un Peekaboo bang speculare a quello della Lake.

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 Il pastore Henry stringe con forza la sua pipa adorata, dopo esser stato svegliato nel cuor della notte per assistere il trepidante Wallace [53.42]




 Cosa ci infiliamo nella pipa del "caro" pastore? Una bella carica di Dunhill Nightcap! L'abbinamento non nasce semplicemente dall'augurio di ritornar presto tra le morbidezze del giacigno coniugale, ma dall'associazione che la mia mente lega quel cappellino quietante, con annessa candela, ai fantasmi. Quasi un preludio di natura morta ad incontro con trapassati.
 La sua corposità, che si addensa lentamente, pare la materializzazione soffusa di uno spettro, la cui impalpabilità  ti avvolge con aromi torbati e speziati, sostenuti dalle note agrumate del virginia. Morbido e sensuale come Barbara Steele in "Danza Macabra", ma pronto a stilettarti quando meno te lo  aspetti. Un buon tabacco che mi piace fumare mentre leggo ghost story, anche se con quel prezzo è possibile avere di meglio...
 Il virginia, che sostiene e accompagna le piroette spericolate del latakia e del perique, ricorda molto la scopa volante del film...





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