giovedì 10 maggio 2018

Guy Laroche Drakkar Noir





     Quando, ne Il 13° Guerriero, Banderas si lamenta perché la spada vichinga è troppo pesante, gli viene risposto "diventa forte". Molti, riguardo al Drakkar Noir, si lamentano per la sua forza, oltre che per il suo essere, sempre secondo loro, obsoleto. Bene, diventate allora forti, magari anche obsoleti, se essere attuale vuol dire indossar profumi delicati abbinati a caviglie scoperte.
 Diffusissimo negli anni '80, quando i punti di riferimento erano ben più ruspanti, oggi il Drakkar Noir deve fare i conti con profumazioni deboli e standardizzate per esseri fotocopia. Il Drakkar Noir è come un demone, poiché se ti possiede, non si può pretender che sloggi immediatamente. I suoi giri anatomici e prossemici durano molte ore. Bisogna quindi controllar adeguatamente il dosaggio, anche se non stiamo certo parlando di zolfo e di carne putrefatta. Anzi...
 Questo demone è come i loschi figuri delle taverne vittoriane, che ti allungano un gin dietro l'altro fino a saturarti. Esso ti liscia inizialmente con un aroma agrumato e di lavanda, a cui seguono altre note che caratterizzano, insieme alla scorza di limone, gli ingredienti del distillato olandese così ben accolto dagli Inglesi. Avremo infatti, come note di cuore, ginepro, coriandolo e angelica.
 Le note di base ci trasportano sibili forestali caratterizzati da muschio di quercia, legno di sandalo, pino, vetiver e patchouli.
 Abbiamo detto che è un demone, di conseguenza niente collari con questo profumo. Indossatelo solo quando siete  pronti a liberare la potenza del vostro istinto.

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